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gio 7 gen 2021
Frammenti

Quando prèdica la volp tègni d'òcio le galine...



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Le polveri sottili scompaiono all'apertura dei mercatini di Natale, ma tornano dopo la Befana. Tranquilli, nel frattempo potete sfogarvi, tanto chi di dovere fingerà di non vedere... (rima)

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Rapinare una banca è reato, fondarla è ancora peggio.
(Bertolt Brecht)


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Dai ragazzi! Cazzarola! Sta e fa non vogliono l'accento. Ehi, ma che scuole avete fatto? Lo pretendono lì e là, ma non "sta" e "fa", porca miseria! E nemmeno "va" anche se mi verrebbe voglia di mandarvi. Il vostro maestro delle elementari vi darebbe un sonoro scapaccione. Ve lo meritereste. Poi lui andrebbe in galera perché oggi guai toccare il pargolo, ma io ci aggiungerei anche un calcio in culo. Extra... Abbasso il buonismo.



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A volte mal sopporto il fatto che devo essere puntuale il tal giorno, alla tal ora, nel tal teatro. Ci sto, lo faccio sempre. Ma poi loro mi pagano quando vogliono... trenta giorni se va bene...



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E' già il terzo amico o conoscente che, abitando nei sobborghi, mi racconta di essere venuto in città con la macchina per andare al cinema o a teatro, ma di essere tornato a casa furente e deluso per non aver trovato, dopo un'ora di giri a vuoto, un buco di parcheggio. Come sarà? Ah, dice il dotto "camminare fa bene". D'accordo, ma se uno abita al Cimirlo e vuole andare a teatro la sera perché ha già i biglietti, va su e giù a piedi, scienza? Ah, dice quello che su FB sa sempre tutto "Basta andare in orari poco frequentati". Bravo, ma il teatro non è alle due di pomeriggio, bìgol!


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Leggo che, secondo la regola, i monopattini non possono circolare sui marciapiedi. Rido. Chiaro e lampante che qualcuno ci prende per i fondelli... per le bici sul marciapiede i vigili si girano dall'altra parte. Meno rogne. Figuriamoci i trabiccoli.

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Quando sono alla guida mi accorgo che pullulano i Verstappen da dopolavoro, quelli che per giungere alla stessa tua meta 40 secondi prima ti lampeggiano, sorpassano gesticolando e se ne fregano dei cartelli. Salvo poi frenare in prossimità dell’autovelox, grazie agli avvertimenti degli altri Sainz da Polenta&Crauti che trasmettono la mappa delle trappole. Allora fanno gli agnellini tremebondi, perché le multe costano soldi, ma soprattutto perché fregare vigili e poliziotti li fa godere. Ma dove corrono tutti?
In auto è un attimo trasformarsi in delinquenti, basta avere un momentaneo mancamento di materia grigia, copiare gli eroi della tv, ed ecco che un bravo ragazzo, dedito al volontariato e cocco di nonna diventa un assassino. I cartelli? Non li sanno nemmeno leggere. Tanto chi controlla, dov'è?

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"Siamo sicuri che il turismo di massa sia democratico?"
(M. Gramellini)



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In montagna d'ora in poi ci andrò nelle mezze stagioni, quando terminano le processioni sui sentieri, la folla ai rifugi, gli escursionisti in costume da bagno, i concerti a duemila metri, i folli che non sanno nemmeno dove sono, quelli che corrono guardando il frequenzimetro, l'altimetro e il dietometro... ci andrò alla fine della fiera, quando torna il silenzio di cui le masse hanno dimenticato l'importanza...

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Mugghia intanto la mandria bufaloide che obbedisce alla consuetudine tutta "social" di giudicare senza sapere, o solo per sentito dire. Un branco di ignoranti in questa umanità malata che si aggira grufolando cinghialesca tra storie e parole che capisce a stento, a brani, a fette di salame...

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L'ignoranza di certi cosiddetti "giornalisti" è roba da licenziamento immediato, ma probabilmente non sono nemmeno assunti. Questo ha scritto che la donna è uscita di strada sulla statale che collega Borgo Valsugana al passo Sella. E sono intervenuti i pompieri di Scurelle... Una volta alle elementari si insegnava la geografia del territorio, tanto per sapere almeno dove si vive...

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Non ho nessuna tessera, di nessun partito. Questo non vuol dire che non abbia le mie idee, ma sono convinto che un artista debba essere al di fuori o al di sopra (dipende dai punti di vista) della mischia. E debba essere sempre critico col potere, qualsiasi potere. Per questo rido quando chi non sa niente di me, chi ignora tutto di me (gli ignoranti appunto) mi dà del comunista perché non mi allineo al pensiero imperante di questi tempi deculturati e bui pieni di servi e serpi.
Gli ignoranti una volta tacevano per pudore, ora parlano e si definiscono.

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Ci sono dei poveri di cervello che perfino sulla pagina della pasta Felicetti inveiscono contro i trentini assassini di orsi, dicendo che non verranno più in vacanza da noi, né che mai acquisteranno quella pasta (una delle migliori, tra l'altro).
Ma sapete che a perdere questi mentecatti siamo fortunati davvero tanto?


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Non so spiegarmi perché non mi piace il Festival dell'Economia. Mai piaciuto. Appena lo sento nominare qualcosa urta dentro di me... Pare una galassia che mi è ostile... Quest'ultima edizione nazional-popolare poi...

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Mai che i nostri giornalisti ci spieghino cosa stava facendo chi "ha perso il controllo dell'auto"...

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Quando parlano di turismo sostenibile mi viene da vomitare. Letteralmente.
Fatevene una ragione, un giorno ci sarà poco da scegliere:
o il turismo o l’ambiente.

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Il ruzantesco mondo alla rovescia... Quelli che ti fanno un torto e quando tu te ne accorgi (e reagisci) si offendono loro...

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Il "coperto" esagerato in certi ristoranti mi fa pensare all'inconscia tentazione tutta italica del "pizzo"...

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Ho lottato duramente per sdoganare qui da noi il mestiere di attore professionista, cioè colui che campa di questo mestiere, che non lo fa a tempo perso, sia esso professore in pensione arso dal sacro fuoco o impiegato al Comune di Vattelapesca con la mania di esibirsi. Volevo dimostrare (come dicono i miei “allievi”) che anche da noi, nella nostra terra, “si può” rischiare e vivere di questo lavoro. La scelta è dura: o resti un dilettante abbellito dall'aggettivo "amatore" o fai l'attore. Quello vero.

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Per far ridere non ci vuole molto. Ma per far ridere con intelligenza ci vuole un attore vero. (Groucho Marx)

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Quelli che vanno a messa "perché non si sa mai".

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Sala polifunzionale è un nome del cazzo per un teatro del cazzo.
Quante volte dovrò ancora dirlo, quante volte dovrò battermi ancora con politici ignoranti e architetti presuntuosi?
La sala polifunzionale, di cui tanti esperti senza memoria si riempiono la bocca, esisteva già sin dall’antica Grecia e si chiama teatro, stronzi! Ma aveva dei requisiti che non si potevano ignorare, pena il pubblico ludibrio.
E non è certo una grande sala con faretti da vetrinetta, arredamento da design, patetica pedana per conferenze, moquette con pulpito e microfoni da sacrestia… deficienti…
Il teatro ha bisogno di architetti che sappiano come si costruisce un teatro. Era dagli anni ottanta che non sentivo più parlare di "sala polifunzionale" e credevo che la battaglia fosse finita. Stolto che sono! Macché, ritorna, col dilagare dell'ignoranza grassa, ritorna. Idioti, ignoranti mentecatti che non siete altro.
Un Vaffanculo di inusitate proporzioni vi seppellirà. Spero...

Ho incontrato un cretino. Gli sono anche andato incontro sorridendo, avevo piacere di rivederlo dopo secoli... Senza motivo mi ha investito delle sue paranoie: le scie chimiche, i vaccini mortali, i complotti globali... mi ha colto impreparato. Invece di andarmene sono rimasto lì a balbettare mentre lui mi travolgeva di corbellerie. Ogni volta che cambiavo discorso, mi coglieva in fallo con una minaccia insita proprio in ciò che stavo dicendo. Inesorabile. Insopportabile. Appena sono riuscito a sganciarmi ho provato pena: ma è vivere? Cos'hanno fatto a questa gente?

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"Siate maledetti voi, ectoplasmi della cosiddetta sinistra, che ci avete messi nelle mani di questi qui..!"

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Quando partecipai all'allestimento de "I cavalieri" di Aristofane per il Teatro Stabile di Bolzano e la regia di Roberto Cavosi, rimasi enormemente sorpreso dall'attualità profetica del testo: Aristofane narra di truffatori, delinquenti e ladri che si danno alla politica solo per fare i propri meschini interessi e per imbrogliare il povero Popolo, che ebbi la fortuna di interpretare, con mille trucchi e rapine. Incredibile come nel 400 a.C. Aristofane abbia praticamente descritto il panorama dei tempi nostri...

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La Cassa Rurale ...
Se don Guetti potesse tornare farebbe fare alla Cassa Rurale otto giri della piazza del Duomo a calci nel culo.


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Un ignorante ha scritto su Facebook che dopo i sessant'anni bisognerebbe levare la patente agli automobilisti. Vorrei rispondere così all'idiota:
"Io ti auguro di arrivarci, innanzitutto, ai 60 anni, giovanotto, anche se non è sicuro... mica tutti... insomma potresti non farcela. Succede. Ma se ci arrivi ricorda la frase che hai scritto e rileggila tutte le mattine. A voce alta. Solo così puoi renderti conto consapevolmente di quant'eri coglione da giovane..."

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ED ORA IL MIO "RAVANEWS"



"Se impari ad andare in bici entro i sei\sette anni sarai un ciclista, altrimenti solo uno che va in bici"...

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"Se riesco a fare un lavoro in mezz'ora è perché ho studiato dieci anni per farlo in quel tempo.

Tu mi devi pagare per i dieci anni e non per la mezz'ora".

(Bill Gates)

(...) Ogni attore, se completo, deve provare più registri proprio perché fa l’attore e basta. Cosa vuol dire se no attore dialettale? O attore comico, come piace a certe semplificazioni giornalistiche? È come dire ciclista pedalatore, amazzone cavalcatrice o nuotatore d'acqua. Piuttosto guardiamoci da chi si definisce “attore” e fa un altro lavoro. L’artista vero deve vivere della sua arte e solo di quella. Non può fare anche il commercialista, l’assicuratore o lavorare al Comune. So che non è facile, specialmente da voi con la tradizione delle filodrammatiche, recepire questo concetto, ma è fondamentale per chiamarsi artisti. Si fa presto a dirsi attore col culo al caldo..." (cit.)

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“Penso che nessuno sia riuscito a far recitare Andrea

così bene come Rifici in occasione del padre di Mara Cagol
("Avevo un bel pallone rosso")

o del vecchio fabbro della famiglia trentina ne "L'officina"

della Dematté.”



Marco Bernardi in “70 anni del Teatro Stabile di Bolzano”.

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Mio padre non ha mai detto di fare l'attore, che io ricordi.
Se gli chiedevano che mestiere facesse lui rispondeva sempre: "L'impiegato." Perché quello era il suo lavoro.
Altri tempi, altre umiltà.

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A prima vista pensai che gli fosse scoppiata la cartuccia della stampante tra la spalla e il collo, ma una volta avvicinatomi vidi che erano tatuaggi…

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Oggi in via Veneto a Trento c'è festa: è stato visto un vigile urbano!



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Rileggete bene quel che scrivete quando postate qualcosa, e poi leggete ancora, perché della "Lasagna al porno" io non ho mai sentito parlare... e nemmeno "Auguri a rutti".

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Ma le ore che stai a scrivere alla scrivania, gobbo e sudato, chi te le paga? Quando consegni un copione, te lo comprano? Sticazzi.
Solo una volta mi è (parzialmente) successo...

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Ai giovani che volessero intraprendere questo mestiere dico solo una cosa: fatevi pagare sempre. Non cadete nell'imbroglio del "Ti offro l'occasione per farti conoscere". Balle. E' una furbata per sfruttarvi. Anche poco ma chiedete un compenso, non si fa nulla gratis. Questione di dignità.

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"Se come scrittore fai schifo puoi sempre fare il giornalista."
(da un film che ho visto giorni fa del quale non ricordo nient'altro)

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Parlai con un ragazzotto che si definiva anarchico perché aveva partecipato con altri coetanei (figli di papà a dire il vero) a dimostrazioni anche violente per proteste contro quello e quest'altro. La delusione fu grande quando scoprii che di anarchia non sapeva proprio niente: anarchia per lui, e quelli come lui, voleva dire fare quel cazzo che ti pare, ribellarsi facendo danni, spaccare robe, non stare a nessuna regola, dare fuoco alle cose e odiare i poliziotti. Come un qualsiasi vandalo, destra o sinistra, basta far casino. Quando gli parlai di Bakunin mi guardò come si guarda uno che sputa rospi e quando dissi Proudhon pensò che fosse un rutto...

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Non so quante cene nella mia vita ho saltato -soprattutto qui in Trentino- perché, dopo teatro, i ristoratori mi dicevano con espressione impassibile che la cucina avrebbe chiuso alle 22. Niente da fare. Irrevocabili, inamovibili, inossidabili.
E allora panini e tante pizze... o addirittura niente.
Per carità, non sono mica morto, anzi...
Ma poi all'improvviso ecco il lockdown. Allora alti lamenti, gemiti e dolorosi pianti, geremiadi aggiunte a implorazioni di assistenza: ahimé, come faremo, disastro, aiutateci, catastrofe...
Ah, sì, eh?
Vendetta.
Tremenda vendetta.
(Solo alcuni locandieri amici ci aspettavano, pazienti: monumento, monumento!)

A Napoli all'una e mezza di notte:
"E' tardi per mangiare?" "Signo' ma che scherzate? Siamo qui apposta!"


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Il cabarettista o pseudo tale che usa il dialetto per

schernirlo, per cercare la risata calcando sugli effetti più

beceri, percorre una scorciatoia vigliacca, lo pugnala alle spalle.

Guardatevi da questi cialtroni.



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L'inguaribile ottimista si rivolge ancora al senso di responsabilità della gente, forse non sapendo di appellarsi in questo modo ad una minima percentuale della popolazione, quella che purtroppo ben poco influisce sullo svolgersi degli eventi...

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Ehi voi,"amici della montagna"!
Quando organizzerete un campionato di bici strazzaboschi in quota con razzo nel culo e lancio dalla vetta con parapendio a Land Rover, sci ai piedi con petardi a valanga e kajak a tracolla in mezzo a palme di gomma con musica a palla ed Happy Hour imbragati sul cròzz? Vorrei iscrivermi e dedicarmi così al vostro "turismo sostenibile, o "sviluppo" turistico da vampiri...


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Di una cosa non mi capacito: quando il titolista di un giornale deve scegliere tra un grammo di speranza o una lama di paura sceglie sempre la seconda… Bisogna essere proprio dei gran figli di puttana...

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Non perdete tempo a discutere con i ciclisti da marciapiede: hanno sempre ragione loro. Sono la classica incarnazione di questi tempi agri: il torto che vuol aver ragione. E i vigili, solerti, chiudono un occhio...

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Un attore principiante dovrebbe chiedersi: "Ma... a casa mia parlo così?". Se la risposta è "No" ci sarà molto da lavorare...

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"C'è un posto nel mio cuore dove le ginestre sono sempre in fiore"
Scritta a pennello su una casa diroccata di Filicudi.

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"Gli uomini sono donne che non ce l'hanno fatta"
(Groucho Marx)

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L'inferno è essere angeli in un corpo che fa la cacca...

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Prima della rappresentazione de "La mia Iliade" in un paese del nostro bel Trentino, il locale assessore alla cultura, casualmente leghista, volle gentilmente presentare la serata. A un certo punto del discorsetto disse che lui, purtroppo, dell'Iliade non sapeva niente perché aveva fatto "giometri", col tono burbero\pratico che voleva sottolineare l'inutilità degl'intellettuali. Ma una voce femminile dalla sala gridò con perfidia "Guardi che l'Iliade si fa alle medie!". Lui finse di non aver sentito farfugliando parole in dialetto locale e io dietro il sipario godetti a riccio.

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"Di tutte le arti il teatro è quella che può infastidire di più"
Glynne Wickham

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Qualsiasi tentativo di teatro a distanza è destinato a fallire!
Anzi: non si dà, non è. Il teatro è solo quella cosa lì: non si può mediare.
Possiamo fare del teatro documentato, sì, ma rimangono documentari. Il teatro è per definizione “di presenza”, è l’arte pericolosa.
Se lo riprendi con una telecamera diventa un’altra cosa. Non ci sono altre possibilità.
L’unica possibilità è aspettare, farlo in modo clandestino, non lo so. Ma il teatro su internet fa ridere. È una scemenza, una piccola volgarità. Se qualcuno pensa una cosa del genere, significa che il teatro non sa cos’è.
Romeo Castellucci

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Un giornalista supponente un giorno mi domandò in pubblico:
“Come fa a interpretare il padre lei, che non ha figli?”
Ma si può essere più mentecatti di così? Ma fanno dei corsi?
Ho risposto: se in teatro devo fare la parte di un assassino devo aver ammazzato qualcuno? Coglione.
(L'ultima parola l'ho aggiunta solo mentalmente)

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"Meglio primo in un villaggio che secondo a Roma"
(Giulio Cesare)

"Zucher e sal l'è le robe che fa pù mal!"

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Ancora c'è chi pensa che la "Torre scenica" sia la bizzarria di un architetto estroso che vuole impressionare. Nonostante ciò decide su come costruire un teatro, e non può sapere che lo spazio che non si vede è più importante di quello che si vede. E la trovo una metafora bellissima anche nella vita...

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Finché si andrà a votare "contro" qualcuno e non
"per" qualcuno, la politica non potrà che scadere.


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Eppur si muove...

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