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mer 26 feb 2020
Motivazioni

l'Aquila ardente di San Venceslao.
24 febbraio 2020
Motivazioni lette dal Sindaco di Trento.

"La capacità di raccontare storie e di mettere in scena vizi, vezzi e virtù del nostro tempo e del nostro mondo. Nelle sue interpretazioni - spiega l'amministrazione comunale - Trento e il Trentino hanno trovato uno specchio straordinario e sono diventati metafora universale e narrazione in grado di divertire e far pensare il pubblico da Napoli fino a Lugano".

Il teatro come coscienza critica e divertimento, terapia e catarsi senza mai perdere leggerezza, ironia e intelligenza. "Siamo convinti che la risata sia una necessità spesso sottovalutata - prosegue il Comune - che la commedia sia una forma di critica sociale ancora prima che evasione. Ci siamo divertiti con le sue performance comiche: ci siamo rivisti sul palco, un po' trentini e po' trentoni, con le nostre ingenuità, miserie, grettezze, raccontate sempre con il sorriso, senza infierire e senza mai sbagliare bersaglio".
Una capacità di cogliere gli aspetti meno consueti attraverso un uso sapiente del dialetto. "Una lingua colta, ricca, naturalmente teatrale, mai nostalgica o folkloristica in senso deteriore, perfettamente in grado di rivelare pieghe dell'esistenza e dell'animo umano che altrimenti resterebbero oscure e inespresse".

Nell'opera di Castelli anche il teatro civile. "Il 'Racconto del Cermis', 'Sanguinare inchiostro', 'Avevo un bel pallone rosso' a cui voglio aggiungere la recente lettura delle lettere di Alcide De Gasperi - aggiunge l'amministrazione comunale - in tutti questi suoi lavori, che la vedono ora autore, ora interprete, pare di ravvisare l'intenzione e la necessità di misurarsi con i grandi temi del nostro tempo, il delitto senza castigo, la giustizia negata, le infamie della guerra, il terrorismo rivisto nel rapporto tra padre e figlia, il senso dello Stato. Se volessimo cercare un filo rosso nel suo percorso artistico, forse lo potremmo trovare proprio nella ricerca di nuove sfide, nello sperimentare forme sempre diverse di spettacolo, la farsa e la tragedia, il classico e il moderno, la prova attoriale e la scrittura".

Un riconoscimento anche al coraggio. "Questa ricerca è anche un modo di mettersi alla prova e, in definitiva, una dimostrazione di coraggio. Lo stesso che l'ha indotta a lasciare il Club Armonia in cui era attivo suo padre Silvio per fondare l'innovativo gruppo degli Spiazaroi; lo stesso coraggio che l'ha spinta a lasciare il posto fisso in Rai per dedicarsi esclusivamente al teatro e trasformare la sua grande passione in una professione. Non è da tutti investire su se stessi e in un settore difficile come il teatro, rischiare in prima persona per poter respirare la polvere del palcoscenico non sporadicamente tra un impegno lavorativo e l'altro, ma quotidianamente e in modo totalizzante".

In questi anni Castelli è diventato un punto di riferimento. "La sua presenza ha contribuito a tener alto il livello artistico, a educare il gusto del pubblico. I suoi successi, i premi di cui è stato insignito – l'ultimo, quello come miglior attore, assegnato da una giuria di esperti – gli applausi nei teatri italiani (dal Goldoni di Venezia al Piccolo di Milano al Bellini di Napoli) ci hanno riempito d'orgoglio in quanto hanno reso giustizia a un talento che non ha mai rinunciato all'indipendenza e alla distanza da ogni tipo di potere, un talento che non è mai stato collaterale a niente e a nessuno: qualità queste proprie dell'arte, che per definizione non può avere né padrini né padroni".

E’ per questo che, raccogliendo le sollecitazioni e l’affetto di numerosi suoi amici e estimatori, è arrivata la consegna dell’antico sigillo della città. "Il quadro non sarebbe completo se in questo breve excursus non comparisse la persona che l'ha sempre seguita, sostenuta e pungolata in tutti questi anni: sua moglie Nicoletta Girardi, compagna di vita oltre che di tante imprese artistiche. E infine è necessario menzionare il suo radicamento, il suo amore per Trento".





Considerazioni
Beh, sono contento, che dire...
70 anni, mamma mia, è passato come un treno...
quanti amici! Avrei voluto abbracciarvi tutti e farlo meglio, stare con voi un po' di più, ma ero confuso e commosso...
..e per di più tutto questo il giorno del mio compleanno… il quale stavolta contempla un numero a due cifre di una certa consistenza... Dicono "Ma non conta, è importante come ci si sente dentro!". Grazie, sì, bravi. Belle frasi, ma intanto l'orologio non si ferma.
Quanti amici ho incontrato l'altra sera alla faccia di quel virus di merda che ci condiziona la vita grazie ai dispensatori di panico!
Tanti cari amici e tutti con i loro ricordi, pezzi di vita...
La strada è stata abbastanza lunga, divertente, faticosa a volte, ma ricca però di soddisfazioni. Tutti i miei amici, anche quelli che non credono di averlo fatto, mi hanno dato o insegnato qualcosa. Vorrei cominciare da Nicoletta che mi è sempre stata vicina, prima cavia delle mie idee, moderatrice e sorvegliante, sempre attenta all'eleganza dello stile, compagna di vita e grande organizzatrice: chi non l'ha avuta nel suo staff non sa cosa si è perso. Poi i primi compagni d'avventura "Spiazaroi": grazie a loro ho tastato il polso del teatro trentino di quegli anni ormai bolso e di quanto invece si poteva ancora fare, senza pensare alle "cover" scimmiottando i classici, ma dicendo qualcosa di diverso, fresco, anche a costo di sbagliare, provando. Il teatro è fatto di "prove". Si prova... Quante avventure! Grazie. Grazie a Sandra Tafner, con l'inseparabile Tony, che ha seguito tutto questo viaggio, si può dire fin dalla preparazione dei bagagli con una presenza critica e sempre stimolante.
Ecco che poi c'è Marco Bernardi il quale a un certo punto mi apre una porta che avevo sempre fissato con timore reverenziale e mi dice "Adesso guarda fuori!". Fuori ho trovato il teatro professionale, (già da qualche anno, essendomi licenziato dalla Rai, ero un professionista, ma le tournè col Teatro stabile di Bolzano furono la consacrazione) ho conosciuto attori bravi dai quali ho rubato tanto, come mi suggeriva di fare Dario Fo (mi sembra fantascienza poter dire che l'ho conosciuto, frequentato e che mi chiamava "Fiöl"...).
Grazie a Marco mi riconciliai con Goldoni, riconciliazione dovuta a quel gioiellino de "La vedova scaltra" e, di riflesso, mi sono riavvicinato a mio padre, grande estimatore del veneziano ma che io, essendo figlio burbanzoso e ribelle dovetti per forza contrastare. Quando mai un figlio diciottenne concorda con le visioni paterne?
Grazie a Marco ho potuto mettere in scena uno dei miei autori preferiti, il Ruzante, assieme al compianto Antonio Caldonazzi. Grazie a Marco ho conosciuto un altro grande regista: Carmelo Rifici il quale con la sua maieutica mi ha scavato fino a tirarmi fuori doti che io non sapevo nemmeno di possedere e, con una semplicità disarmante, mi ha fatto portare il nostro dialetto trentino dal Piccolo di Milano, a Lugano, Torino... a Roma, fino a Napoli con grande successo. Che emozioni e quante paure... e quanta stanchezza gioiosa, alla fine, quella del lavoro fatto bene, senza lamentarsi, senza sbuffare. Grazie a Marco il "pallone rosso" della Dematté mi ha portato critiche vere, autorevoli, importanti che non avrei mai pensato di leggere. Angela Dematté mentre scriveva la parte del padre mi confidò che pensava a me, ancor prima di vincere il premio Riccione, ancora prima di sapere se il suo copione sarà allestito da una qualche compagnia (e Marco Bernardi fu il primo a capirne la bellezza) e così fu, quindi il mio pensiero oggi va anche a lei. Angela.
Un grazie anche a Walter Zambaldi il direttore attuale dello Stabile di Bolzano, che ha inventato la poesia nelle case dei bolzanini che abbiamo pensato con Emanuele Dell’Aquila, una coppia creata da Walter e rivelatasi un affiatato sodalizio che ora in aprile si esibirà anche a Trento con la mia “La meraviglia”!
Insomma non finirei più se volessi nominarvi tutti…
In questa storia ci siete dentro tutti, pensate a questo. Quanta fortuna ho avuto ad incontrarvi! Grazie per essermi stati vicini e adesso che ho imparato tutte queste cose, posso finalmente cominciare!

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