(...) Andrea Castelli riscrive in questo testo il suo personale modo di concepire il monologo e quasi lo fa diventare un paradossale monologo a due. Ci accompagna tra le più disparate stazioni della sua infanzia, tra vacche, tori, zie simpaticammente cimiteriali e cani lievemente psicoalterati, in un mondo antico fatto di poco eppure pieno di occasioni per farsi domande, scoprire il mistero, lasciarsi meravigliare(...)
Paolo Mazzuccato
su "Alto Adige", 26.11.2019 (stralcio):(...) Castelli in certi momenti dello spettacolo pare ricordare lo stile di Dario Fo, quando gesticola o gioca con abilità sugli effetti sonori del dialetto trentino. Nei passaggi in cui la parola diventa intima e interiore, tutto assume toni delicati. (...)
Massimo Bertoldi
su "Alto Adige" 28.11.2019 (stralcio)La Meraviglia di Andrea Castelli, è un monologo se non fosse che sono in due. Lui che colma la scena come un fiume in piena e Emanuele Dell’Aquila che regala con la sua chitarra elettrica la base/colonna sonora di questo tuffo nel passato per tutti coloro che, come il sottoscritto, sono affetti da una sorta di sindrome di Peter Pan. (...) No, non è un opera nostalgica, di un artista vissuto che si rivolge ad un pubblico maturo. Dietro alla messa in scena di Castelli c’è molto di più. E’ la storia di quel bambino che c’è dentro ognuno di noi, se lo lasciamo emergere. Divertirsi con poco, sballarsi con un fungo, le zie (molto dark punk) come memoria storica prima che ci fosse Google, dire culo, pisello come se non ci fosse un domani convinti di commettere chissà quale peccato, giocare con il vapore di una locomotiva dall'alto di un cavalcavia… oggi certi giovani per divertirsi hanno bisogno di eccedere, tirano sassi dai cavalcavia, si sballano con droghe, usano i social per farsi una cultura e usano un linguaggio che al confronto cullo e pisello sembrano due benedizioni. C’è il fantasma della vacua società moderna nella “Meraviglia”. Non è mai presente nelle parole ma è saggiamente citato indirettamente in tutta l’opera (...)
Walter Donegà
: blog 27.10.2019(stralcio)
E PER FINIRE!
Il messaggio di
Sieglinde Michaeler
(grande appassionata di teatro e costumista) a Sara del TSB dopo la rappresentazione di Vipiteno:Sara, fai tanti complimenti da parte nostra ad Andrea ed Emanuele. Abbiamo vissuto una rappresentazione stupenda! Ci hanno emozionato, fatto ridere e riflettere. Grande attore e grande musicista. E poi ci ha ha fatto tanta impressione il linguaggio corporeo di Andrea, sembrava proprio un bimbo. Bravo, bravi, grazie per questa bella serata.